Contributor: Silvia Castrogiovanni – Founder Kindacom Scrittura Strategica
Da qualche tempo ogni anno viene pubblicata sui giornali di settore una particolare classifica dei “CEO più social”, ovvero degli amministratori delegati italiani più seguiti sui social network, in particolare su LinkedIn.
Ovviamente qui il ranking viene costruito sulla base dei follower e di altre metriche quantitative, mettendo in secondo piano elementi fondamentali come i contenuti e la qualità delle relazioni. Una analisi che comunque ci fa capire l’importanza che oggi riveste la comunicazione digitale anche nel campo professionale.
La rete e i social network rappresentano infatti un importante e consolidato completamento della comunicazione offline, che ha delle proprie regole e dei princìpi ben precisi.
La comunicazione online di CEO e Top Manager, quindi quella diretta e non mediata da testate, giornalisti e media, permette di governare la percezione dell’azienda e la sua “reputazione”, quest’ultima intesa come la somma delle opinioni, giudizi e punti di vista nei confronti dell’azienda stessa.
Nell’era della trasparenza e del brand activism, la reputazione è per tutti un importante asset che guida la costruzione e la difesa del business. Si tratta quindi di un aspetto delicato e complesso che ha bisogno di una strategia, di una progettualità, di obiettivi chiari e un’attività ben ponderata.
LinkedIn è il canale dove solitamente transitano i temi più di qualità verso una platea professionale di alto profilo, quindi, chi occupa ruoli apicali ha ormai il dovere e la responsabilità di creare dibattito condividendo le proprie opinioni in modo da farsi conoscere, generare reputazione, autorevolezza e fiducia.
Per questo, ritengo sia importante, per esempio, che i CEO di realtà chiave per le economie come quelle bancarie si esprimano in merito al proprio settore di riferimento in relazione agli avvenimenti attuali, andando oltre il semplice racconto delle iniziative aziendali, bensì esponendo pareri in grado di trasmettere valori e identità.
In questo contesto è di vitale importanza fare la distinzione tra comunicazione attiva e passiva.
Succede infatti che per molti CEO e Top Manager la presenza online si limiti a una comunicazione passiva, ovvero reagire a post e iniziative altrui; quindi, senza veicolare valori e identità come brand ambassador, ma neppure autorevolezza e reputazione, perché non viene espressa una propria opinione nei confronti di un tema attuale o sociale.
Una comunicazione attiva sui social significa invece creare contenuti di qualità e postare sistematicamente opinioni e approfondimenti tematici, al contrario di quella passiva che è semplicemente mettere like, fare repost o consigliare post di altri. Una attività che, se predominante, rischia di essere riduttiva e poco qualificante. Comunicare in maniera attiva permette invece di mettere in prima linea i propri temi, avvicinare i propri stakeholder e ingaggiarli.
Come già accennato, si tratta di una attività da affrontare con attenzione, che non ha una ricetta per il successo buona per tutti: le strategie e le modalità cambiano caso per caso e spaziano in un mix di contenuti variegati che vanno dalle attività dell’azienda fino a pareri e opinioni.
La voce del CEO diventa uno strumento in più di comunicazione strategica al servizio delle relazioni dell’azienda e un fattore protettivo della sua reputazione.

Bio Silvia Castrogiovanni
Esperta di comunicazione istituzionale, cultura d’impresa e di formazione nel settore delle competenze trasversali con un approccio basato sulle neuroscienze. Ha fondato Kindacom Scrittura Strategica dopo aver maturato una significativa esperienza nel settore bancario e finanziario. È laureata in Management Internazionale presso l’Università Cattolica di Milano.