Contributor: Alessandra Irene Rancati – Founder Kindacom Scrittura Strategica
E poi…era il 1973. L’iconica voce di Mina cantava di promesse e regalava speranze. C’erano il governo Andreotti che faceva notizia per l’ingovernabilità e Nixon per la politica del disgelo con Breznev. E poi c’era l’economia italiana – non ancora globale – che si dimenava fra inflazione alle stelle, crisi del petrolio e indebitamento pubblico fuori controllo.
Sembra preistoria. Dopo appena 50 anni viviamo in un mondo trasformato come solo i secoli sanno fare. Una cosa non è però cambiata in questo tempo volato via: la responsabilità delle nostre parole e delle nostre azioni, da cui si determina la nostra buona reputazione e la fiducia che gli altri ripongono in noi.
Se la lingua di un popolo rappresenta la sua cultura, è interessante notare che in italiano, la reputazione si costruisce e la fiducia si guadagna. Dove costruire e guadagnare sono entrambi verbi che implicano impegno comunicativo, sforzo intellettuale e – appunto – senso di responsabilità.
Nella complessità del contesto odierno, chi ha visione, competenze, accesso alle informazioni ha una responsabilità in più: iniettare energie positive, idee, soluzioni ed esprimersi sui grandi temi di attualità quali, ad esempio, lo sviluppo economico e sociale, il mondo delle imprese, le sfide legate ai trend evolutivi.
Ciò significa spendersi pubblicamente per diventare un modello di valore, perché le persone hanno bisogno di confrontarsi con pensieri chiari e proposte di possibili soluzioni ai problemi del momento. Una comunicazione costruttiva, autentica e, soprattutto, coerente fra dichiarato e agito, coinvolge e incanala energie collettive verso obiettivi condivisi.
Da una recente indagine è emerso che la fiducia dei CEO nei loro più stretti collaboratori è in deciso calo. Mi chiedo se il fenomeno possa essere ricondotto anche a una sorta di abdicazione da parte di molte figure di vertice dal voler essere dei veri Opinion Leader verso i collaboratori, gli stakeholder e la comunità in generale. È vero, si tratta di un impegno aggiuntivo rispetto al governo del business ordinario, che magari non tutti i CEO sono in grado di assumersi in modo naturale, ma è un dovere ormai implicito nel ruolo, che non può più essere derubricato a un grazioso “nice to have”.
Oggi la cura dell’esposizione pubblica è un lavoro che porta valore e che ha i suoi professionisti.
Nell’epoca dei social, la portata del comunicare si allarga a dismisura, assumendo valore etico ed economico allo stesso tempo. La rete è uno strumento straordinario per dare risonanza alla propria voce e, più potente è il mezzo, maggiore è l’attenzione che vi si deve dedicare. Avere una presenza attiva in rete, dove non vi è più differenza fra pubblico e privato, è oggi una grandissima responsabilità, perché, se non si mantengono le promesse, qualcuno potrebbe rispondere – con voce molto meno iconica di quella di Mina -: “Non gioco più…me ne vado”.

Bio Alessandra Irene Rancati
Esperta di comunicazione executive e di scrittura strategica rivolta a figure manageriali di primissimo livello. Ha fondato Kindacom Scrittura Strategica dopo aver maturato una significativa esperienza nel settore bancario e finanziario. È laureata in Economia bancaria, finanziaria e assicurativa presso l’Università Cattolica di Milano.