“Hor non vedi tu, che l’occhio abbraccia la bellezza di tutt’il mondo?” Con queste parole, Leonardo da Vinci, genio indiscusso del Rinascimento Italiano, esprimeva l’esistenza di una relazione profonda fra l’uomo e il mondo circostante e, con essa, l’esistenza di un vedere che andava oltre il semplice guardare, dallo studio meticoloso della natura fino alla completa comprensione di un fenomeno.
Osservazione, dunque. Uno strumento indispensabile per vivere il valore di ciò che ci circonda, dall’Ambiente alle Persone. Uno strumento che tuttavia oggi sembra stia perdendo il suo significato più intenso, a favore di una certamente più intensa superficialità. Tutto corre troppo veloce per soffermarsi, sia nella vita personale che in quella lavorativa.
Come afferrare dunque una realtà che corre così spedita? Fermandosi. Può sembrare un paradosso, ma investire tempo, cogliere i dettagli attraverso un’osservazione sistematica, permette di instaurare con la realtà una relazione di comprensione profonda. Chi si occupa seriamente di questioni ambientali lo sa benissimo. Così come noi, che approfondiamo le neuroscienze applicate all’impresa, sappiamo che quella parte di realtà fatta di persone richiede altrettanta cura e impegno. Qui l’osservazione attenta diventa strumento che costruisce connessioni di empatia, di reciprocità, di collaborazione.
In azienda, è compito delle Risorse Umane (HR) creare le condizioni affinché la collaborazione scaturisca naturalmente da un contesto di relazioni basate sulla reciprocità. Compito più delicato e urgente in questo momento in cui molte aziende devono mantenere vivo il senso di comunità fra il personale in smart working.
Sostenibilità è anche capacità di osservazione. Una importante competenza trasversale che alcuni possiedono naturalmente, ma che in ogni caso si può acquisire, formare e allenare. Una soft skill che possiamo tranquillamente inserire nella cassetta degli attrezzi degli HR. Conoscere le persone dell’azienda permette infatti di individuare le azioni migliori per generare engagement e risultati.
Per Leonardo la scienza è il capitano e la pratica i soldati, come a dire che è la teoria a dare la direzione all’esperienza. Osservare è un’attività scientifica e le neuroscienze sono un punto di osservazione privilegiato dei comportamenti umani. Per farlo bene, serve indubbiamente “occhio”, perché “Chi perde il vedere, perde la veduta e la bellezza de l’universo (…)”.